Il settore della saldatura va incontro alla svolta ecologica: un mercato che impiega oltre 200.000 professionisti, per un fatturato di oltre 40 miliardi di euro, che vuole evolversi, innovarsi e abbracciare una politica di lavorazione più green. Quali sono i problemi dall’impatto ambientale più alto? E quali le possibili soluzioni? Vediamoli insieme.
1 Emissioni in atmosfera da saldatura: radiazioni, fumi, polveri
2 Cosa stiamo facendo per una saldatura più ecologica?
Emissioni in atmosfera da saldatura: radiazioni, fumi, polveri
Prima di tutto dobbiamo parlare di quali sono le emissioni in atmosfera da saldatura più pericolose, sia per gli addetti ai lavori, sia per chi usufruisce del prodotto finito.
Uno dei fattori di rischio più importarti, soprattutto per gli operatori, deriva dalle radiazioni emesse durante la saldatura: le più pericolose sono le radiazioni ultraviolette, in quanto vengono assorbite quasi totalmente dalla pelle e dagli occhi. La protezione di ogni area esposta è la soluzione più efficace.
I fumi di saldatura, invece, sono un problema ben diverso: l’effetto cambia in base al metallo saldato, passando da problemi all’apparato respiratorio a danni al sistema scheletrico. Per questo, durante la saldatura, l’area di lavoro deve essere ben areata, o provvista dei giusti macchinari di aspirazione.
Altro elemento che richiede l’aspirazione sono le cosiddette polveri di saldatura, piccolissime particelle di materiale dall’alta tossicità e capaci di penetrare nell’apparato respiratorio. La saldatura a elettrodo presenta la più alta concentrazione di polvere tra tutte le tecniche di saldatura, per tanto bisogna proteggersi con una mascherina.
Cosa stiamo facendo per una saldatura più ecologica?
Il primo passo verso una saldatura più ecologica è il miglioramento dell’efficienza energetica degli strumenti utilizzati. Un’azione dalla duplice valenza: diminuzione delle emissioni e incremento della produttività di ciascun processo di saldatura.
La soluzione, ad oggi, sembra essere l’utilizzo di parti elettroniche in sostituzione dei componenti elettrici per la costruzione dei generatori: si parla di un risparmio energetico che può arrivare fino al 70%! Data l’avanzata di attrezzatura sempre più piccola e portatile, questo traguardo sembra essere sempre più vicino.
L’abbassamento delle emissioni avviene attraverso l’utilizzo di nuovi prodotti consumabili (ad esempio gli elettrodi), tecnologicamente avanzati e meno soggetti al rilascio di fumi e polveri.